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Collaborations

Il Costume del Capitano del Popolo a Orvieto

Una nuova vita per il costume del Capitano del Popolo, che viene rinnovato in una sua parte, la veste con giaco, lisa dagli anni e dall'usura. Confezionata con tessuto della Fondazione Lisio già negli anni '70, torna oggi a nuova vita, con la produzione manuale del lampasso "Lorenzetti" - in seta e oro, fondo marrone con leoni e pavoni - e la confezione della sartoria della Fondazione Lisio.

È stato rifatto, nella tessitura e nella confezione sartoriale, il costume rappresentativo del Corteo Storico di Orvieto: il Capitano del Popolo.

La delegazione dell’«Associazione Lea Pacini» si è rivolta a noi nel 2019 con una richiesta importante: rifare un costume che ha sfilato per 50 anni durante la festa del Corpus Domini, composto nel corpo principale dal nostro lampasso “Lorenzetti”.

L'armatura, lavorata a sbalzo da Marcello Conticelli, come l'elmo in rame con cimiero in piume di struzzo.

E poi la spada, elsa dorata con smalti e lo stemma dei Monaldeschi, il cinturone in pelle rossa con sovrapposizioni in cuoio, realizzato a mano dal calzolaio Franco Menichini, così come gli stivali con gli speroni e la fibbia che raffigura la testa di Medusa.

Aquile bizantine sul lampasso rosso in seta del mantello, leoni e pavoni su fondo marrone quello della veste con giaco. 

Facile capire perché il costume del Capitano del Popolo che, dal 1951, sfila per le vie di Orvieto nella solennità del Corpus Domini, frutto di modifiche e rielaborazioni che si sono susseguite nel corso degli anni, sia una delle figure più rappresentative ed amate.

In oltre settanta edizioni ha visto alternarsi come figuranti solo cinque interpreti: Eraldo Cortoni, che ha ricoperto a lungo il ruolo indossando costumi di foggia diversa, Mario Torroni, che ha alternato due mantelli della Fondazione Lisio, e poi Giancarlo Giacomini, Corrado Cortoni e Federico Cortoni, che tuttora indossa il costume con grande orgoglio e presenza.

Partendo da un’idea, relativamente semplice, della signora Lea Pacini, creatrice del Corteo Storico, si è giunti alla confezione di un’uniforme importante e preziosa, ricca di particolari pregiati. La necessità di sostituire una parte del costume che mostrava segni evidenti del tempo ha offerto, allora, l'opportunità di celebrare la figura dell'antico comandante dell'esercito al quale tuttora è intitolato l'imponente edificio civile che sorge in pieno centro storico.

La decisione sul da farsi è stata presa dopo diverse considerazioni e riflessioni sia di metodo, nel totale rispetto del modello originale, sia di scelta dei materiali. In un primo momento dopo una nostra ricerca di tessuti che potessero richiamare le tipologie disegnative medievali che non ha però dato risultati soddisfacenti, i rappresentanti del corteo, hanno chiesto se potevamo tessere nuovamente il lampasso “Lorenzetti”.

Questo tessuto venne messo a telaio da Giuseppe Lisio per la prima volta nel 1919 in lampasso e in velluto, e agli inizi degli anni settanta del Novecento Lea Pacini, l’anima del Corteo Storico orvietano, lo scelse per la confezione del Capitano del Popolo.  

Il lavoro quindi si è spostato sulla manifattura con la messa a punto del disegno sulla messa in carta originale, della tessitura su un telaio manuale della Fondazione e poi con la produzione in seta e oro.

A questo punto con il campione del “Lorenzetti” appena tessuto si è passati alla ricerca del secondo tessuto che compone le maniche e la veste interna e la passamaneria.

Dopo il confronto con la delegazione per la sottomissione delle campionature e per operare le scelte definitive, è iniziato il lavoro della nostra sartoria:

Formazione del cartamodello e del modello in tela

Prove indossate e messa a punto delle misure

Taglio del “Lorenzetti”, del secondo tessuto e delle fodere

Montaggio e prove del costume imbastito

La messa a punto finale

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